di Don Marcello Lanza

Il 1° maggio 2025 è ricorso il centenario della nascita di don Gabriele Pietro Amorth, co-fondatore dell’Associazione Internazionale Esorcisti. Gabriele Pietro Amorth nacque infatti a Modena il 1° maggio 1925 da Mario, avvocato, e Giuseppina Tosi, ultimo di cinque figli maschi, e crebbe in una famiglia in cui visse la formazione spirituale e pastorale dell’Azione Cattolica.

Dopo gli anni universitari in seno alla Fuci, l’esperienza come partigiano cattolico, l’impegno politico nella Democrazia Cristiana, Gabriele diventerà non solo presbitero, ma sarà ricordato come il più celebre esorcista del XX secolo. Perché scrivo “celebre”? Nel linguaggio corrente “celebre” è un aggettivo che rimanda all’idea di successo e di autorevolezza, e a mio avviso don Amorth ha avuto, e tutt’oggi hanno i suoi scritti, autorevolezza perché è stato testimone e comunicatore paolino di una particolare e quotidiana esperienza di amore: l’assistenza spirituale ai fedeli tribolati da Satana. Don Amorth è stato il più celebre esorcista del XX secolo perché con il suo grande amore verso i «più poveri tra i poveri» non ha avuto timore di attirarsi precomprensioni negative comunicando al mondo intero la sofferenza che tanti fedeli vivevano a causa dei fenomeni diabolici straordinari.

Una delle sue denunce principali era quella di segnalare la presenza di Satana dietro quello che si presentava come l’apparente innocuo fenomeno della magia. Don Amorth denunciò l’operato di Satana dietro le illecite attività dei maghi, la pericolosità che si nasconde dietro le sedute spiritiche, la diffusione del satanismo e delle messe nere, ma soprattutto ripristinò in seno alla teologia la questione spinosa del maleficio. Perché don Amorth parlò costantemente del Maligno e dei fenomeni diabolici straordinari? Dall’analisi dei suoi scritti, delle sue interviste, ma soprattutto avendolo conosciuto, emerge chiaramente che egli era mosso dall’amore per l’uomo. Inoltre, il suo apostolato editoriale messo a disposizione della demonologia e della prassi esorcistica era mosso unicamente dalla forte carità che viveva verso i battezzati e non battezzati vittime di Satana.

Gli aspetti psicologici della sua forte e stabile personalità lo hanno tanto aiutato a non temere di parlare di Satana ovunque, dall’ambone alla televisione, ma ciò che gli ha permesso di diventare “celebre” è stata la sua vita mistica, mediante la quale ha ricordato al mondo che gli esorcizzandi hanno bisogno dell’amore della Chiesa. Il suo amore lo ha reso “celebre” perché ha esplicitato tale concetto nella logica del vangelo di Gesù di Nazaret: «Chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10, 43-44). Don Amorth è poi “celebre” perché ha messo in pratica il potere del servizio – fino a pochi mesi prima della sua morte avvenuta a Roma a 96 anni il 16 settembre 2016 – a favore di una particolare fascia di persone che rientrano tra gli ultimi. Il potere del suo servizio presbiteriale è stato vissuto quando aiutava gli esorcizzandi a liberarsi da tanti oggetti maleficiati che venivano espulsi durante l’azione liturgica degli esorcismi, restituendo loro pace e serenità, per di più senza aver timore di comunicarlo a tutto il mondo anche mediante i mass media, anzi ricordando ai teologi negazionisti dell’esistenza di Satana e della sua azione straordinaria che tale esperienza appartiene al magistero liturgico esorcistico.

Il suo pensiero teologico è stato supportato dalla sua tenacia caratteriale, perché una personalità dai tratti forti e coraggiosi non teme di mettere per iscritto e comunicare al mondo intero esperienze del genere. Don Gabriele sicuramente si è fatto scudo del Rituale e della sua familiarità col suo maestro padre Candido Amantini, l’esorcista della Scala Santa, ma nulla mette in discussione la manifestazione dei doni della fortezza e dell’intelletto che derivano dallo Spirito Santo. Nel suo primo libro Un esorcista racconta egli scrive: «Tante cose, troppe cose, non si leggono nei testi, ma si imparano solo con la pratica. Per questo ho pensato di mettere per iscritto le esperienze mie, dirette dalla grande esperienza di padre Candido […]. Scrivo cose che non si trovano in nessun altro libro». Questo imparare con la pratica diventerà autentica fonte di conoscenza teologico-pastorale che consentirà al ministero degli esorcismi di riflettere ancor di più sulla teologia che gli fa da base: «È frutto di totale inesperienza aspettarsi, prima degli esorcismi, quel tipo di segni che il più delle volte si manifesta soltanto durante gli esorcismi, o dopo di essi, o in seguito a tutta una serie di esorcismi». La demonologia e la prassi esorcistica iniziarono grazie a lui a rimettere in discussione il loro posto in seno alla ricerca teologica. Rispetto alla prassi esorcistica, con don Amorth si sono aperti orizzonti riflessivi molto esigenti nella loro trattazione, come ad esempio un particolare aspetto della questione teologica del maleficio.

Nell’esperienza spirituale di don Amorth la vita mistica è autentica conformazione a Cristo che implica – egli spiega in Il segno dell’esorcista (2013) – «una scelta che comporta una grande battaglia spirituale. Perché quando si sceglie Cristo il diavolo si scatena». Vita mistica e lotta contro Satana sono inscindibili: quest’aspetto è stato richiamato dal compianto Papa Francesco lungo tutto il suo pontificato, sia nel suo magistero pastorale che in quello ordinario. L’esorcismo diventa nell’ultimo periodo della vita di don Amorth un sacramentale in funzione della carità. Da ciò deriva un importante principio teologico senza il quale è impossibile riflettere in teologia sulla liberazione dai fenomeni diabolici straordinari: senza una vita vissuta nella carità non si può né combattere né liberarsi da Satana. Colui che vive nella carità diventa esorcista di sé stesso, un concetto teologico che in don Amorth è descritto con una precisa terminologia in un libro scritto con don Stefano Stimamiglio un anno prima della morte: «Aiutare chi soffre a mettere in moto un’azione personale di presa di autorità sul male e sul Maligno, affinché quest’ultimo non abbia mai l’ultima parola».

A don Amorth va dunque il nostro vivo ringraziamento per aver ricordato alla Chiesa ed ai teologi che il mistero della redenzione è anzitutto liberazione da Satana, nemico di Dio e dell’umanità costantemente attivo contro l’uomo perché invidioso dell’uomo (cf Sap 2, 24).


BIBLIOGRAFIA

Amorth G., Un esorcista racconta, Dehoniane, Bologna 2001.
———, Nuovi racconti di un esorcista, Dehoniane, Bologna 2001.
———, Esorcisti e psichiatri, Dehoniane, Bologna 2001.
Id.-Tosatti M., Inchiesta sul demonio. Il più autorevole esorcista d’Italia, Piemme, Milano 2003.
———, Memorie di un esorcista. La mia vita in lotta contro Satana, Piemme, Milano 2010.
G. Amorth, Il segno dell’esorcista. Le mie ultime battaglie contro Satana, Piemme, Milano 2013.
Id.-Stimamiglio S., Saremo giudicati dall’Amore. “Il demonio nulla può contro la misericordia di Dio”, San Paolo, Cinisello Balsamo 2015.
Amorth G., Ho incontrato Satana. La battaglia del più autorevole esorcista vivente, Piemme, Milano 2016.
Id.-Sznurkowski S., Il diavolo, oggi. Le ultime parole di un grande esorcista, Piemme, Milano 2017.
Amorth G.-Fezzi E., Padre Amorth. La mia battaglia con Dio contro Satana, San Paolo, Cinisello Balsamo 2017.
Lanza M., Gabriele Pietro Amorth, Demonologia e mistica nel celebre esorcista paolino, Messaggero, Padova 2023.
Jung C. G., Psicologia e patologia dei cosiddetti fenomeni occulti. E altri scritti, Bollati Boringhieri, Torino 2024.