di Don Cristian Meriggi

Sono nato a Firenze e provengo da una famiglia buona, semplice, di grandi lavoratori, credenti ma non praticanti. Il primo pensiero di una chiamata al sacerdozio è maturato quando ero chierichetto. Poi, come molti giovani, ho preso altre strade e ho abbandonato il cammino di fede e anche quello scolastico. Ha vissuto un periodo difficile, con tante sofferenze e ho iniziato ad affacciarmi alle prime esperienze lavorative. Ma il Signore mi è venuto a cercare anche nelle situazioni di deviazione che stavo vivendo e, pian piano, attraverso moti interiori, eventi, fatti e persone, mi ha attirato a sé. In particolare, nella mia ricerca di felicità, fra tanti errori, ho avuto modo di riavvicinarmi alla fede attraverso l’incontro con un terziario carmelitano. È stato molto importante per me, perché, con la sua amicizia, mi ha introdotto all’amore per la preghiera e soprattutto all’amore e alla fiducia verso la Madre di Dio, alla quale, dopo Dio, devo tutto. Mi sono così riavvicinato alla parrocchia e al mio parroco, con il quale ho maturato la scelta di iniziare un periodo di verifica a riguardo del mio desiderio di diventare sacerdote. A quasi 19 anni sono entrato in seminario. Ho dovuto recuperare le scuole superiori e fare poi i cinque anni di teologia. Sono stati dieci anni di preparazione e di discernimento preziosi e importanti. All’età di 28 anni è arrivata l’ordinazione sacerdotale.

Verso il ministero di esorcista

Il mio ministero di esorcista è stato preparato da una serie di tappe ed avvenimenti.
Avevo iniziato una ricerca sul mondo della magia e delle realtà ad essa affini. Cercavo di capire che cosa dicessero in merito la Scrittura e la teologia, soprattutto San Tommaso e Sant’Agostino. Questo studio è durato per tutto il tempo della scuola di teologia e anche dopo, confluendo nel piccolo libro L’altra faccia dell’occulto che ho pubblicato nel 2005. Allo stesso tempo, dopo l’ordinazione sacerdotale, avevo iniziato a studiare il territorio della grande parrocchia di Certaldo in cui prestavo servizio come viceparroco, cercando di conoscere le sette e i movimenti spirituali alternativi della zona, individuando la presenza di maghi e streghe di vario genere. Fu la scoperta di un vasto mondo nascosto!
Frequentavo saltuariamente, già prima di essere sacerdote, una piccola chiesa in campagna dove c’era un sacerdote esorcista, figlio spirituale di Padre Pio, don Mario Boretti; e da sacerdote vi andavo a confessare in certe occasioni particolari e qualche volta a celebrare la Santa Messa.
Mentre ero a Certaldo ebbi modo di conoscere padre Francesco Bamonte – attuale vicepresidente dell’Associazione Internazionale Esorcisti – che teneva conferenze su questi temi di fede in una parrocchia confinante. Dopo che padre Bamonte fu chiamato a Roma, dove cominciò a svolgere il ministero di esorcista, con lui ho sempre tenuto i contatti. Mi confrontavo soprattutto su alcuni fenomeni strani che mi succedevano in confessionale con alcuni penitenti e sulle mie ricerche che riguardavano la realtà dell’esoterismo nel territorio della parrocchia. Tra i suoi preziosi suggerimenti ci fu quello di riferire al Vescovo tutto quello che di anomalo avessi scoperto durante le mie indagini e i miei studi. Infatti, il Vescovo è il pastore e deve essere al corrente di tutto quello che potrebbe risultare una minaccia per il suo gregge.
Nel settembre del 2006 l’allora arcivescovo di Firenze, il Card. Antonelli, mi convocò per nominarmi esorcista: gli chiesi allora se mi potesse affidare a un sacerdote esorcista più anziano, di provata esperienza. Così mi affidò a don Mario. Egli mi fu di grande aiuto e, se non fosse stato per lui, dopo alcuni mesi di esorcismi, avrei dato le dimissioni.
Fino a quando don Mario ha vissuto – è morto a 90 anni – ha sempre detto che si sentiva uno scolaretto. È stato prezioso ed utile il cammino fatto con lui e quante cose ho potuto vedere e imparare standogli accanto!
Poi ci fu l’aiuto e il confronto con altri esorcisti, sia della mia diocesi che di altre, come ad esempio padre Bamonte, dal quale trascorsi una settimana a Roma su invio del mio Vescovo. Questa fu un’esperienza molto importante, anche perchè ebbi modo di conoscere Don Gabriele Amorth e di ascoltare i suoi consigli. Rammento la raccomandazione che Don Gabriele mi fece prima di salutarci: “Ricordati don Cristian che noi siamo buoni a niente!”.
Nel novembre 2006, poco dopo che mi fu consegnata la nomina di esorcista e il rituale, mi iscrissi all’Associazione Internazionale Esorcisti e cominciai a partecipare ai suoi convegni. Il respiro dell’Associazione è universale, autenticamente cattolico. Un altro aspetto che mi ha aiutato è stata la mia nomina, quasi contemporanea a quella di esorcista, di assistente spirituale del Consultorio familiare della Misericordia di Empoli, dove ho iniziato la collaborazione con alcuni medici e psicoterapeuti.
Un’altra esperienza importante per il mio sacerdozio e per il ministero di esorcista è stata la venuta e la permanenza del Card. Ernest Simoni nella mia attuale parrocchia di San Donato a Livizzano, nel comune di Montespertoli, in provincia di Firenze. Padre Ernest, come ama essere chiamato, svolgeva il ministero di esorcista già da prima che il regime comunista ateo d’Albania lo arrestasse nel 1963, la notte di Natale. Oggi esercita il suo prezioso ministero anche in Toscana. Ricordo un episodio particolare. Il giorno dopo un esorcismo, celebrato dal Cardinale, in cui ci fu una liberazione di una persona da una legione di demoni, ho visto un nugolo di insetti addensati sotto il basamento della grande statua di Maria Immacolata (alta più di tre metri) che abbiamo sul piazzale antistante della parrocchia. Questi insetti neri non toccavano la statua dell’Immacolata, ma stavano a coprire un basamento che ha un diametro di circa due metri. Dopo una preghiera di benedizione essi sono caduti e spariti. È un’esperienza unica vedere questo uomo di 96 anni, con una storia di lavori forzati e prigionia e torture, predicare, benedire e girare il mondo senza un cenno di stanchezza. Stare accanto a lui è una scuola continua di umiltà, di amore per la Chiesa e per il popolo di Dio, per la Vergine Santissima e per Gesù: grande prodigio della Provvidenza!


Episodi significativi

All’inizio del mio ministero un episodio che mi mise in crisi avvenne durante l’esorcismo di una persona che, grazie a Dio, adesso è libera. Una sera dopo cena attendevo una signora afflitta da sette demoni. Nell’attesa di riceverla – era stata per me una giornata di intense attività – avevo bisogno di confessarmi, ma non ebbi modo. Feci un atto di contrizione e di richiesta di perdono, e iniziai l’esorcismo. Nel momento in cui chiesi il nome al demonio, mi sentii rispondere: “Oggi non te lo dico perché hai la coscienza sporca”. Il demonio non legge i pensieri, ma ha altri modi per intuire dall’esterno ciò che ci preoccupa e assilla. Allora il giorno dopo andai da don Mario per raccontargli il fatto e gli dissi che forse ci eravamo sbagliati tutti: il Vescovo, lui ed io. Era meglio che rinunciassi al ministero. Lui, dopo qualche secondo di raccoglimento silenzioso, mi guardò e mi disse: “La prossima volta digli che pensi per sé”.
Sulla base della mia esperienza personale posso affermare che l’azione e il potere del demonio sulla società e sugli individui dipende in parte dalla deriva della fede, dal moltiplicarsi dei culti pagani, dal diffondersi dell’esoterismo, della magia in tutte le sue forme e di vari tipi di movimenti religiosi alternativi, logge massoniche e sette di vario genere insieme a una vita sempre più assorbita dalla sensualità e dal virtuale, dalla cultura dello scarto e da quella edonistico-individualistica.
Tra le persone che ho incontrato, afflitte da possessione diabolica in seguito a pratiche di magia, ci fu una ragazza asiatica. La giovane da piccola era stata portata, per motivi di salute, da un guaritore tribale e più avanti aveva stretto amicizia con una ragazza che praticava stregoneria, e che la iniziò ai riti magici. Sua madre, quando lei aveva circa undici anni, era giunta in Italia per lavorare, svolgendo servizio presso una famiglia di industriali. Si trattava di persone pragmatiche, di un certo livello culturale e sociale. La giovane aveva poi raggiunto la mamma dopo qualche anno. Poco dopo che era arrivata in Italia, cominciò ad avere manifestazioni strane. Si incupiva, aveva momenti di assenza, diceva di vedere e sentire voci di qualcuno, e venne trovata di notte in giardino, come in stato di trance, a danzare cantando una nenia in una lingua incomprensibile e con una voce metallica, che non era certamente la sua. Questa famiglia l’aveva quindi portata in ospedale dove gli diagnosticarono un disturbo della personalità con tratti anoressici e demonopatici. La situazione peggiorò a breve, perché la ragazza aveva cominciato ad andare in una sorta di trance per diverse ore al giorno manifestando di non essere spesso pienamente cosciente. Allora questa famiglia, credente, decise di portarla, con il consenso della madre, da un sacerdote per farla benedire: lì si manifestò la presenza di un gruppo di demoni capeggiati da Satana. Davanti al sacerdote, che era ungherese, incominciò a parlare e ad offenderlo in latino ed ungherese. Manifestava una forza incredibile che si acquietava completamente solo dopo averle messo il Rosario al collo. Dopo qualche tempo, incominciai a seguirla sotto la guida di don Mario. Durante gli esorcismi, oltre che parlare e scrivere bene in latino e greco – la ragazza non conosceva queste lingue ma solo italiano, inglese e la sua lingua madre – espulse grandi quantità di sangue dalla bocca. Quando si riprendeva dalla crisi di trance non ricordava più nulla. È stato difficile convincerla che aveva bisogno di affrontare un serio cammino di fede, perché non si rendeva proprio conto. La inviai più volte dai medici a controllare che quel sangue non fosse uscito da qualche ferita interna. Risultato: era sana come un pesce. Dopo aver ricevuto la Cresima, espulse altro sangue scuro e riprese a mangiare: fu una prima liberazione. Quindi quei sintomi anoressici non erano causati da una patologia, ma da una situazione malefica. Ebbe un’altra importante liberazione dopo aver perdonato la mamma durante una adorazione eucaristica celebrata nella grotta di Monte sant’Angelo sul Gargano mentre era in pellegrinaggio.

Le nostre armi spirituali

“Senza la comunione non si guarisce”, diceva il caro e compianto don Mario. Una vita sacramentale intensa è determinante, un amore a Cristo Eucaristico, all’Eucarestia è la via maestra alla guarigione e alla liberazione. Adorazione e comunione! Inoltre, vivere coerentemente anche il sacramento della confessione. Con esso incontriamo la misericordia di Dio che non solo ratifica il perdono dei nostri peccati, ma con la sua grazia entra in profondità nelle zone più oscure dell’anima dove i nostri peccati hanno le loro radici. E inoltre, vivere, come dice San Paolo, per quanto dipenda da noi, in pace con tutti. Una vita intensa di carità dove non solo pensiamo ai nostri bisogni, ma anche a quelli degli altri pregando e operando per il loro bene. Ricercare e donare il perdono. Vivere ogni cosa, ogni istante della nostra vita, come dono, consapevoli che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, anche i momenti più difficili.
Fondamentale è poi nutrire una fedele e amorevole devozione alla Vergine Maria.
Oltre alla vita sacramentale, l’uso dei sacramentali è di molta utilità. Sono come medicine che, insieme ai sacramenti, ci aiutano a fare arrivare la grazia di Dio in tutte gli ambiti della nostra vita. Facciamo nostra la preghiera della Chiesa: oltre alla Santa Messa e alla Liturgia delle ore anche il Santo Rosario. E poi la devozione ai santi e alle anime sante del purgatorio.
In fondo, tutta la vita della Chiesa è medicinale, è via di liberazione, di guarigione e di consolazione per risorgere in Cristo, per vivere nell’amore e nella pace i nostri giorni, così da allontanare o espellere dalle nostre vite il nemico e la sua influenza.

 


L’esorcista Don Mario Boretti: apostolo di Maria

Don Mario Boretti è stato parroco di San Donato a Livizzano e S. Maria a Pulica (Arcidiocesi di Firenze), dal 15 maggio 1953 fino alla sua morte, avvenuta il 27 marzo 2011. Nativo del sobborgo fiorentino di Peretola, Don Mario giunse nella parrocchia di San Donato il 15 maggio del 1953, festa della Madonna di Montenero, dopo essere stato a Palazzolo sul Senio, ai confini toscani con la Romagna. Inviato a Livizzano dall’arcivescovo Card. Elia Dalla Costa, vi trovò una situazione non facile ma non si perse d’animo per fede e tenacia, devotissimo a Maria. Fu in relazione amicale e spirituale con San Pio da Pietrelcina. «Una volta mi ha chiamato “confratello”, tante altre volte “figliolo”». Così Don Mario ricordava il suo rapporto col santo frate di Pietrelcina, al quale dedicò un gruppo di preghiera. Nel 1982 don Mario fondò il movimento mariano di preghiera “Il roseto perpetuo”, nel quale gli aderenti si impegnano a meditare ogni giorno un mistero del Rosario, da loro scelto, recitando 1 Pater, 10 Ave Maria, 1 Gloria e la giaculatoria “Gesù ti amo, Gesù e Maria vi amo salvate anime”, per tutta la vita, secondo una serie di intenzioni. Il movimento conta più di 50 mila iscritti in tutto il mondo, fra cui vari cardinali e numerosi vescovi. Il Roseto Perpetuo di Maria ha avuto l’onore di essere riconosciuto in due diverse occasioni da papa Giovanni Paolo II. Il lungo ministero di Don Mario ha trasformato quella parrocchia, una delle più povere della diocesi fiorentina, in un centro di attrazione e incontro spirituale per migliaia di persone, cambiando il volto della collina posta nel comune di Montespertoli. Il carisma di don Mario e la fama di San Donato si sono diffusi nel mondo irradiando ovunque l’amore alla Madonna come strada maestra per arrivare a Gesù. Come esorcista Don Mario ha lottato nella buona battaglia contro il nemico, aiutando numerosissime persone. Nel 2021 l’amico e sacerdote condiocesano Pierfrancesco Amati gli ha dedicato una biografia (notizie ricavate dal sito della parrocchia di San Donato, dal quotidiano “Il Tirreno” e dal sito della Società editrice fiorentina) [nota AIE].