Riteniamo di fare cosa utile e gradita nel riportare sul nostro sito la Lettera Pastorale che ha pubblicato e diffuso in occasione della festa dei Santi arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, il Vescovo di Ventimiglia-Sanremo Mons. Antonio Suetta. È un testo di grande sensibilità catechetica, quanto mai necessario per il bene delle anime in questi tempi segnati da dilagante relativismo morale, dalla massiccia presenza dell’occultismo e dal ritorno del paganesimo.
Cari Sacerdoti, Diaconi e Religiosi, Cari fratelli e sorelle,
vi scrivo con la sollecitudine propria di colui al quale è affidato il bene e il benessere delle anime redente dal Sangue di Cristo.
L’oggetto di questa Lettera Pastorale, infatti, è la realtà del demonio e dei vari modi in cui egli agisce sugli uomini e sul mondo in cui viviamo.
LA REALTÀ DEL DEMONIO
Per comprendere bene questa realtà, dovremo prima di tutto renderci conto di come la realtà degli angeli non è niente di particolarmente strano o complicato. Gli angeli, sia pure di natura differente dalla nostra, sono delle persone come noi. Sono esseri spirituali, privi di un corpo materiale, ma per il resto condividono tutte le qualità tipiche di una persona. Dice il Catechismo: “In quanto creature puramente spirituali, essi hanno intelligenza e volontà: sono creature personali e immortali. Superano in perfezione tutte le creature visibili” (Catechismo della Chiesa Cattolica 330).
Come si spiega l’esistenza del demonio? È molto semplice: come esistono uomini e donne cattivi, che scelgono di respingere Dio e il suo Regno, così esistono angeli che hanno fatto la stessa scelta; come questi uomini e donne, non sottoponendosi al Bene e alla Verità, in varia misura si danno con libertà ad ogni sorta di male, così questi angeli, che hanno già compiuto la loro scelta definitiva e che abitualmente chiamiamo demoni [1], si danno ad ogni sorta di malvagità, secondo la loro cattiva volontà.
La Sacra Scrittura ci rivela che l’uomo è entrato in contatto con questi esseri fin dall’inizio della sua esistenza, e di questa esperienza troviamo innumerevoli testimonianze storiche, scolpite in particolar modo (ma non solo) nelle religioni idolatriche e spiritiche, in cui gli “idoli” e gli “spiriti” non sono altro che demoni [2]. Attraverso queste, e in molte altre forme, sono moltissime le persone che ne fanno esperienza ancora oggi.
L’uomo ha riconosciuto molto presto la superiorità di questi esseri e, sperando di poterne ottenere i favori, spesso si è volontariamente sottomesso a loro. È così che sono nati i culti pagani, ma anche le varie forme di magia e di occultismo, le varie discipline in cui si ricorre a cosiddette “energie” e a spiriti guida, per arrivare fino ai casi di un più consapevole e dichiarato satanismo.
Mentre l’evangelizzazione ha liberato l’umanità da alcune di queste forme di schiavitù al demonio, altre sono rimaste, e purtroppo, finché ci saranno uomini che preferiscono il regno di satana al Regno di Dio, esse continueranno ad esistere.
COME SI FINISCE SOTTO L’AZIONE STRAORDINARIA DEL DIAVOLO
Il diavolo dunque vive in mezzo a noi, e si aggira, ci dice san Pietro, come un leone in cerca di vittime da poter far sue (cfr. 1Pt 5,8) [3]. Anche qui, non dobbiamo immaginarci nulla di strano: come ci sono uomini che, servendosi della loro forza e prepotenza, cercano di sopraffare quelli più deboli di loro, così fanno quelli che chiamiamo demoni.
Ecco allora che, mentre ci ritroviamo tutti a dover patire la presenza delle persone cattive che sono nel mondo (persone che, uomini o angeli che siano, ci invitano e ci tentano a seguirle nel male), può capitare anche di ritrovarsi oggetto di una presenza e un’azione particolare di queste persone su di noi e sulla nostra vita.
Quali sono i motivi per cui questo attacco, che possiamo definire straordinario (ossia non ordinario), può avvenire? Possiamo ridurli sostanzialmente a due: o ce li andiamo a cercare noi, oppure sono queste persone cattive che per un motivo o per un altro decidono di attaccarci.
Quand’è che si invita il diavolo nella propria vita?
Il diavolo è invitato a entrare nella nostra vita tutte quelle volte che, sia che se ne abbia l’intenzione o meno, si ricorre a pratiche in cui lui è coinvolto.
Quali sono queste pratiche? Sono tutte quelle in cui ci si mette in contatto con “esseri” o, come in certi ambienti va di moda chiamarle oggi, con “energie”. Esseri o energie che andrebbero “risvegliate”, “incanalate”, “liberate”, o in qualunque modo ricercate o “connesse”.
Come sappiamo che tutto questo apre la porta al demonio? Da due cose: innanzitutto dalla Rivelazione di Dio, che vieta severissimamente tutte queste pratiche, e ci fa sapere che non è mai Lui a intervenire in queste situazioni; ma poi anche dall’esperienza millenaria dell’umanità e della Chiesa di Dio, che quotidianamente si trova a confermare il fatto che tutte queste azioni sono sempre e solo opera di quegli essere malvagi che chiamiamo demoni.
Quali sono dunque queste pratiche, dalle quali Dio ci mette in guardia, e con le quali, più o meno consapevolmente, ci mettiamo nelle mani del diavolo? La pratica delle altre religioni, che non adorano l’unico vero Dio [4], ma “altro”, nonché le religioni pagane ormai andate perdute, ma che alcuni stanno cercando di ripristinare.
Oltre che con la falsa religione, si ricorre ai demoni anche attraverso tutte le forme di magia e superstizione [5], senza eccezione alcuna. Qui vi rientra tutto il mondo dei fattucchieri, dei cartomanti, dei chiromanti, degli astrologi, degli indovini, nonché quello delle invocazioni spiritiche, del malocchio, del ricevere messaggi attraverso le tavole con le lettere, o dalle carte, la divinazione con il fondo delle tazzine di tè e di caffè, l’oroscopo, l’acqua e l’olio, il ricorso alla cosiddetta “scrittura automatica”, e così via.
Naturalmente, i “medium”, ossia quelle persone che pretendono di mettersi in contatto con le anime dei defunti e con gli angeli, non sono altro che mezzi di cui il diavolo si serve per ingannare gli uomini. Tutto questo, che sia fatto da noi o fatto da altri per nostro conto, che sia fatto per produrre un effetto o per toglierlo, che sia fatto per attaccare o per difendersi, che sia fatto con una “buona” o con una cattiva intenzione, è sempre un ricorso ai demoni, ed è sempre un invito ai demoni ad entrare nella propria vita.
Ecco allora che, volendo fare degli esempi su alcune delle cose su cui più facilmente molti cascano al giorno d’oggi, dobbiamo assolutamente evitare ogni forma di invocazione spiritica, anche se fatta per gioco. Da qui la necessità che i bambini vengano educati sulla malvagità e sul pericolo che si cela in queste pratiche e nella cosiddetta “magia” in generale, pratiche che fin troppo spesso si compiono in casa, a scuola, o al campeggio.
Dobbiamo stare alla larga dai gesti, dai riti e dalle parole con cui si pretenderebbe di fare o di togliere il malocchio (a volte queste pratiche vengono ritenute innocue perché le faceva la nonna, e quindi si ritiene che non possono essere qualcosa di cattivo); dobbiamo stare alla larga da discipline come il reiki, e in generale da tutte quelle in cui si parla di energie, di chakra, di “mantra” da ripetere, di spiriti guida, e di cose del genere. Anche il contesto dello yoga può essere pericoloso e contaminato.
Tutte le pratiche che abbiamo menzionato dall’inizio fino ad ora, non hanno un fondamento nel corso naturale delle cose. Questo significa che nella migliore delle ipotesi si risolveranno in cialtronerie, mentre se qualcosa avviene per davvero, significa che qualcuno è intervenuto.
Questo “qualcuno” sappiamo che non è Dio, né un essere che viene da Dio, perché Egli vieta severissimamente tutte queste cose; sappiamo anche che non sono i nostri cari defunti, perché alle anime dei defunti non è permesso partecipare a queste attività. Se qualcosa accade abbiamo quindi a che fare sempre e soltanto con gli spiriti del male, ossia con coloro che noi cristiani chiamiamo demoni.
RITROVARSI, NOSTRO MALGRADO, CON IL DIAVOLO PRESENTE NELLA NOSTRA VITA
Una parola va detta anche per coloro che, pur non avendo fatto nulla per attirare il diavolo nella propria vita, si ritrovano oggetto di una sua presenza e azione particolari. Questo può avvenire o perché altri lo hanno mandato, o perché, per qualche motivo, il demonio li ha presi di mira. A coloro che fanno fatica a capacitarsi di questo, ricordiamo quello che abbiamo detto all’inizio: gli angeli sono persone come noi, e così come possiamo trovare una persona cattiva che ci vuole fare del male, oppure qualcuno che viene assoldato da altri per attaccarci, così possiamo trovare dei demoni che, o di propria iniziativa o perché assoldati da altri, decidono di colpirci.
La vittoria sul diavolo: come mantenersi liberi dal demonio
Come si evince da moltissimi passi evangelici, Gesù Cristo è venuto a liberarci principalmente da due cose: dal peccato e dal regno di satana.
Tutti coloro che accolgono Gesù come loro Salvatore, seguono i suoi insegnamenti e ricorrono ai mezzi che Lui ci ha lasciato, ottengono il perdono di tutti i loro peccati, e con questo acquistano una vita di grazia, ossia la partecipazione alla vita di Dio. Nelle anime in grazia dimora Dio, Padre Figlio e Spirito Santo, che vuole condividere con l’uomo la sua vita, e con essa ogni altro bene.
Laddove si instaura il Regno di Cristo, viene naturalmente sradicato e distrutto il regno di satana, e, come accennavamo, insieme alla liberazione dal peccato l’uomo ottiene anche la liberazione dalla sua soggezione al demonio. Questo è un fatto di cui i cristiani hanno fatto e fanno continuamente esperienza, specialmente in quei luoghi dove la presenza e l’azione dei demoni è più diffusa. È così che, come avveniva in Italia nei tempi della prima evangelizzazione, ancora oggi nei luoghi di missione questa esperienza è causa di molte conversioni: gli uomini di quelle nazioni constatano infatti come gli “spiriti” dei culti pagani riescono a colpire tutti fuorché i cristiani. Testimonianza questa che, in Gesù Cristo, Dio stesso è venuto in mezzo a noi, e ha preso dimora in coloro che lo hanno accolto.
Qui viene manifestato l’inganno con cui questi spiriti illudono gli uomini che ricorrono a loro: il far credere di essere come Dio, e quindi di essere una valida alternativa al Creatore.
La realtà è che il diavolo è soltanto una creatura. Potente sì, ma limitata, e davanti a Dio e a coloro che lo rappresentano è costretto a riconoscere il proprio nulla e a ritirarsi (Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica 395).
In effetti è proprio così. Chi vive in grazia di Dio non ha nulla da temere dal demonio. Chi si impegna a vivere una vita secondo Dio, nell’osservanza dei comandamenti e nel ricorso regolare e frequente alla preghiera e ai sacramenti, è immune dall’azione del diavolo.
Lo ripetiamo: se io sono in grazia di Dio e mi nutro regolarmente della sua Parola, della preghiera e dei sacramenti della Confessione e della Comunione, anche se qualcuno facesse qualcosa per provocare un’azione del demonio contro di me, quella maledizione rimarrebbe senza effetti, o al massimo, se il Signore nella sua Provvidenza volesse donarmi un po’ di Croce, avrebbe un effetto molto limitato.
Cosa fare se mi trovo vittima di un’azione straordinaria del demonio
L’azione del demonio nella vita dell’uomo viene abitualmente catalogata come ordinaria o straordinaria.
L’azione “ordinaria” è quella alla quale siamo tutti soggetti per il semplice fatto che il diavolo esiste ed è presente in questo mondo. Si tratta del dover sopportare le sue tentazioni, analogamente a come dobbiamo sopportare lo scandalo e la tentazione delle persone che vediamo darsi al male intorno a noi, e che talvolta ci invitano ad unirci a loro.
L’azione “straordinaria” consiste invece in un particolare accanimento di questi spiriti malvagi contro di noi, o le cose che ci appartengono. È così che una persona può ritrovarsi colpita dal demonio nel fisico, nella mente, nella sua abitazione, nei suoi mezzi di trasporto, e in ogni area della sua vita. In questi casi è necessario ricorrere ad un intervento più specifico e diretto della Chiesa, affinché, con l’autorità conferitale da Cristo, ci liberi da questa presenza e da questa azione straordinaria dello spirito del male.
Vale la pena sottolinearlo: il ricorso a persone che non siano il Vescovo o i sacerdoti da lui autorizzati, può solo peggiorare la situazione. Mentre l’intervento dei fedeli a questo non autorizzati porta con sé un pericolo di farsi del male sia per il bisognoso che per gli improvvidi benefattori [6], il ricorso a pratiche non cristiane o magiche (e quindi il ricorso ai maghi, ai fattucchieri, a chi dice di togliere il malocchio, e così via) non può far altro che legare ancora di più il malcapitato alla presenza e all’azione dei demoni (cfr. Mt 12, 22-30).
Si tenga bene a mente quindi che, in caso di necessità, si dovrà ricorrere solo alla Chiesa di Gesù Cristo, contattando il Vescovo o il sacerdote da lui incaricato al ministero di esorcista.
Gli Angeli buoni e la Provvidenza amorevole di Dio
Non possiamo chiudere questo argomento senza una parola sugli Angeli buoni e fedeli a Dio.
Come gli uomini buoni e fedeli a Dio costituiscono una presenza di bene, di luce e di aiuto per tutti coloro che li conoscono e li frequentano, così “tutta la vita della Chiesa beneficia dell’aiuto misterioso e potente degli angeli” (Catechismo della Chiesa Cattolica 334). Infatti, per loro bontà, e per volontà di quel Dio che tanto ci ama, “Dal suo inizio fino all’ora della morte la vita umana è circondata dalla loro protezione e dalla loro intercessione” (Catechismo della Chiesa Cattolica 336).
Sappiamo dalla Rivelazione di Dio, custodita e interpretata autorevolmente dalla Chiesa, e dall’esperienza dei Santi, che il buon Dio ha assegnato un Angelo Custode a ciascun uomo, affinché lo aiuti, lo illumini e lo custodisca nel cammino di questa vita terrena.
Gli Angeli Custodi, e gli Angeli fedeli a Dio in generale, si prodigano a nostro favore, e lo fanno sempre rispettosi della nostra libertà e del disegno di Dio su ciascuno di noi.
Vediamo in essi un contrasto fortissimo con l’atteggiamento dei demoni: questi ultimi vogliono solo usare gli uomini, dominarli e renderli loro schiavi; i primi invece ci assistono per puro amore, verso Dio e verso di noi, e lo fanno con estremo rispetto e delicatezza.
Quanta deve essere la gratitudine e l’affetto che dobbiamo a Dio per la sua Provvidenza così attenta e amorosa nei nostri confronti, e quanto dobbiamo essere grati anche a questi spiriti celesti che, in Dio, ci amano e ci assistono con tanta sollecitudine.
La Vergine Maria
Infine, un pensiero lo vogliamo dedicare anche a Maria Santissima, degnamente proclamata e riconosciuta Regina degli Angeli e dei Santi.La Vergine Maria, non solo ha cooperato in modo unico alla nostra Redenzione, ma continuamente soccorre tutti gli uomini con la sua presenza e intercessione materna (Cfr. Lumen Gentium, cap. 8).
Anche nella lotta contro il demonio Maria svolge un ruolo unico e fondamentale, e sempre si conferma come l’aiuto più efficace e formidabile contro ogni attacco e insidia del diavolo. Il costante ricorso a Lei è quindi, non solo il segreto di ogni santità, ma anche la garanzia di una vittoria certa sul demonio.
Si dia sempre gloria, onore e rendimento di grazie, dunque, alla Santissima Trinità, per averci donato come nostra Madre la Santissima Vergine Maria, Madre di Dio.
San Michele Arcangelo
Esorto a promuovere la devozione a San Michele Arcangelo e, a questo scopo, raccomando la preghiera composta da Leone XIII, suggerendo anche di recitarla, dopo la comunione, prima di concludere la Santa Messa. Di seguito una breve presentazione storica (di Antonio Tarallo) e il testo (latino ed italiano) della preghiera.
«Centoventidue anni fa moriva papa Leone XIII (1810-1903), il pontefice della “Rerum Novarum”, la prima enciclica sociale della Chiesa. Ma Leone XIII non è stato solamente il pontefice “sociale” che buona parte dei libri di storiografia giustamente ci consegna. È stato, infatti, anche l’autore di una particolare preghiera a san Michele Arcangelo, un vero e proprio esorcismo. E dietro a questa orazione si nasconde una storia affascinante, tutta da scoprire, da ricordare.
Era il 13 ottobre 1884 quando papa Leone XIII, mentre celebrava la Santa Messa nella sua cappella privata, ascoltò in maniera distinta due voci. Una, dolce; l’altra, aspra e dura. La prima voce era quella di Gesù; l’altra di satana. Il dialogo fra loro era molto animato: il maligno, infatti, avrebbe chiesto a Gesù più tempo e potere per poter distruggere la Chiesa. Il tempo richiesto per svolgere il suo piano era di 75 anni-100 anni: Gesù avrebbe acconsentito alla richiesta, precisando comunque che le porte dell’Inferno non avrebbero avuto certamente l’ultima parola.
Quella stessa esperienza mistica di Leone XIII si arricchì inoltre di una vera e propria visione. Lo stesso pontefice descrisse così cosa avevo visto: «Ho visto la Terra avvolta dalle tenebre e da un abisso; ho visto uscire legioni di demoni che si spargevano per il mondo per distruggere le opere della Chiesa ed attaccare la Chiesa stessa, che ho visto ridotta allo stremo. Allora apparve san Michele e ricacciò gli spiriti malvagi nell’abisso. Poi ho visto san Michele Arcangelo intervenire non in quel momento, ma molto più tardi, quando le persone avessero moltiplicato le loro ferventi preghiere verso l’Arcangelo».
Il pontefice era rimasto a bocca aperta di fronte a un simile scenario apocalittico. Appena destato, papa Leone XIII rientrò velocemente nel suo ufficio e scrisse, di getto, una preghiera a san Michele Arcangelo.
L’orazione, nella sua forma estesa, venne poi inserita nel libro degli esorcismi ufficiali della Chiesa e come tale, in casi di possessione, era recitabile solo da un sacerdote autorizzato. In questa versione la preghiera è assai lunga, a differenza di quella nella forma breve, che è più conosciuta.
Ne riportiamo solamente una parte: «[San Michele], venite in soccorso degli uomini creati da Dio a sua immagine e somiglianza e riscattati a gran prezzo dalla tirannia del demonio. Combattete oggi le battaglie del Signore con tutta l’armata degli Angeli beati, come già avete combattuto contro il principe dell’orgoglio Lucifero ed i suoi angeli apostati; e questi ultimi non riuscirono a trionfare, e ormai non c’è più posto per essi nei Cieli. Ma è caduto questo grande dragone, questo antico serpente che è chiamato diavolo e satana, che tende trappole a tutti». Poi, si faceva riferimento a ciò che il pontefice aveva visto: «Ora ecco che questo antico nemico, questo vecchio omicida, si erge di nuovo con una rinnovata rabbia».
E, più avanti, si chiudeva con la richiesta d’aiuto a san Michele Arcangelo per combattere le insidie del maligno.
Esiste poi, appunto, la versione più breve: quella conosciuta oggi e recitata dalla maggior parte dei fedeli. Fu papa Leone XIII in persona a dare l’ordine che venisse recitata in tutte le chiese del mondo al termine della Messa, nel contesto delle cosiddette “Preci leonine”, una serie di preghiere e invocazioni solenni a Dio e alla Vergine Maria, già in uso dal 1859.
La preghiera scritta e introdotta nel Rituale romano da Leone XIII, nella forma breve, recitava così:
Sancte Michaël Archàngele, defénde nos in prælio; contra nequìtiam et insidias diàboli esto præsìdium. Imperet illi Deus; sùpplices deprecàmur: tuque, Princeps militiæ caeléstis, Sàtanam aliòsque spìritus malìgnos, qui ad perditiònem animàrum pervagàntur in mundo, divìna virtùte in infernum detrùde.
Amen.
San Michele Arcangelo, difendici nella lotta: sii il nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del demonio. Supplichevoli preghiamo che Dio lo domini e Tu, Principe della Milizia Celeste, con il potere che ti viene da Dio, incatena nell’inferno satana e gli spiriti maligni, che si aggirano per il mondo per far perdere le anime. Amen.
Nella fiducia che questa semplice e breve riflessione possa giovare ai fedeli, sempre più confusi e smarriti a causa di mancanza di efficace catechesi, e ai presbiteri, chiamati ad illuminare le coscienze e a preservare i credenti dai pericoli spirituali, tutti benedico di cuore.
Sanremo, 29 settembre 2025.
Festa dei Santi Michele, Gabriele e Raffaele, Arcangeli
+Antonio Suetta
Vescovo di Ventimiglia – San Remo
Note
1. “La Scrittura parla di un peccato di questi angeli. Tale «caduta» consiste nell’avere, questi spiriti creati, con libera scelta, radicalmente ed irrevocabilmente rifiutato Dio e il suo Regno. Troviamo un riflesso di questa ribellione nelle parole rivolte dal tentatore ai nostri progenitori: «Diventerete come Dio» (Gn 3,5). «Il diavolo è peccatore fin dal principio» (1Gv 3,8), «padre della menzogna» (Gv 8,44).” (CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA 392)
2. “Che cosa dunque intendo dire? Che la carne immolata agli idoli è qualche cosa? O che un idolo è qualche cosa? No, ma dico che i sacrifici dei pagani sono fatti a demòni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni; non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni.” (1Cor 10,19-21)
3. “Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi.” (1Pt 5,8-9)
4. Gesù Cristo e la Santissima Trinità.
5. “Superstizione” è attribuire ad una causa degli effetti che di per sé non può produrre.
6. “Alcuni esorcisti ambulanti giudei si provarono a invocare anch’essi il nome del Signore Gesù sopra quanti avevano spiriti cattivi … Ma lo spirito cattivo rispose loro: “Conosco Gesù e so chi è Paolo, ma voi chi siete?”. E l’uomo che aveva lo spirito cattivo, slanciatosi su di loro, li afferrò e li trattò con tale violenza che essi fuggirono da quella casa nudi e coperti di ferite.” (At 19,13-16).
Foto copertina: Beato Angelico, Tentazione di Satana nel deserto, Museo di San Marco, Firenze