Alberto Castaldini

Recensione a:
Fra Benigno, Il diavolo e i suoi attacchi al matrimonio, Edizioni Amen, Palermo 2022, 227 pp., 15 euro.

Il testo, nell’apprezzato stile dei libri di Fra Benigno, presenta due caratteristiche: affidabilità teologica e dottrinale – resa però con un linguaggio comprensibile anche dai non specialisti – e sensibilità esperienziale. A ciò si aggiunge un tono partecipato e, allo stesso tempo, rassicurante e incoraggiante secondo l’approccio affabile del suo autore. Questo perché Fra Benigno è “in trincea” da decenni nella buona battaglia contro le tenebre, e la casistica da lui trattata con sensibilità e discernimento è ormai assai corposa.

Anzitutto qualche notizia sull’autore dell’opera. Fra Benigno Palilla, sacerdote dei Frati Minori Rinnovati, è nato a Canicattì, in provincia di Agrigento. Licenziato in Teologia presso l’Università Lateranense di Roma e laureato in Filosofia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo, ha ricoperto nel suo Istituto Religioso diversi incarichi. Esorcista delle Arcidiocesi di Palermo e Monreale, dal 2004 è incaricato dalla Conferenza Episcopale Siciliana di organizzare e coordinare incontri di formazione per gli esorcisti di Sicilia e per quei sacerdoti che si preparano a svolgere questo ministero. Dal 2010 è consigliere dell’Associazione Internazionale Esorcisti.

Fra Benigno si è occupato del tema dell’azione diabolica straordinaria diretta contro il sacramento del matrimonio dopo che nel 2000, incontrando un esorcista africano nel corso di un convegno internazionale (p. 67), venne a conoscenza che nei villaggi di quel continente molte donne sposate soffrivano a causa di pesanti vessazioni notturne, sviluppando sul piano morale una forte avversione, se non un odio profondo, verso il coniuge, i figli, la famiglia. Le donne, inoltre, avvertivano presenze invisibili che le disturbavano sessualmente fino a subire dei veri e propri rapporti intimi. Esse chiamavano quelle presenze “mariti di notte”. La pace della casa era compromessa, e anche sul piano comunitario si generava un forte malessere.

L’esorcista siciliano dapprima manifestò fra sé un certo scetticismo, ritenendo quelle esperienze espressione di una mentalità locale, frutto di credenze tradizionali. Ma ben presto riscontrò questa fenomenologia anche nelle donne sofferenti che si rivolgevano al suo ministero in Italia. Il quadro era sempre il seguente: un matrimonio felice, una coppia di coniugi uniti e con figli affiatati. I fenomeni presentavano un progressivo intensificarsi sia sul piano fisico, sia nelle relazioni famigliari, per cui la donna sviluppava una forte, incontenibile avversione verso i propri cari. Inoltre, quando si univa al marito avvertiva fortissimi dolori ai genitali e repulsione fisica, fino ad avere attacchi di vomito.

La casistica in questione non è particolarmente frequente, ma richiede un lungo cammino, anche di conversione. Fra Benigno, nel suo libro, descrive in modo dettagliato le reazioni della persona durante gli esorcismi: appena inizia la preghiera essa va in trance; reagisce violentemente appena si accenna all’episodio di Asmodeo, il demonio che nel Libro di Tobia uccideva i mariti di Sara allorché le si avvicinavano. Non da ultimo muove la lingua come a simulare una provocazione sessuale. Fra Benigno precisa ai lettori che il diavolo è puro spirito, “tuttavia ha la possibilità di suscitare nella donna, attraverso una sua vessazione, tutte le sensazioni tipiche di un rapporto sessuale” (p. 68). Queste donne vivono con grande disagio la loro condizione e, generalmente, si rivolgono agli esorcisti, e non agli altri sacerdoti, per pudore e timore. Resta, naturalmente, la possibilità di avvalersi da parte dello stesso esorcista, nella fase del discernimento, come stabilito dalle Linee guida, di esperti, medici, psichiatri o psicologi, che in scienza e coscienza esaminino il caso.

Il testo riporta ben undici storie di donne vittime dell’odio del diavolo a causa del loro matrimonio, e liberate da Cristo Gesù (pp. 71-159). Teresa, Giovanna, Gemma, Antonina e le altre, descrivono con animo aperto e gratitudine la loro vicenda. Il quadro che ne esce è di grande interesse e utilità, anche per la pastorale famigliare, giacché mette in evidenza l’importanza della comune crescita dei coniugi in amore e santità (pp. 161-170). Incluse queste dolorose prove che, dopo aver messo alla prova l’unione fra marito e moglie, l’hanno poi rafforzata nel vincolo sacramentale e nel sentimento reciproco. Come nella storia di Sara, figlia di Raguele, che, grazie al soccorso dell’arcangelo Raffaele e per l’amore di Tobia, fu liberata dal demonio che l’aveva così afflitta al punto di indurla a pensare al suicidio.

Leggendo le testimonianze raccolte in questo libro tornano così alla mente le parole rivolte dall’angelo al temine del cap. 12 del Libro di Tobia: “Ora benedite il Signore sulla terra e rendete grazie a Dio. Ecco, io ritorno a colui che mi ha mandato. Scrivete tutte queste cose che vi sono accadute”.