di padre Francesco Bamonte, icms

SANTA PASQUA 2025

Una meditazione fruttuosa per la nostra anima in questa santa Pasqua consiste nel fare nostri i sentimenti di coloro che incontrarono Gesù risorto, fare nostra l’esperienza emotiva e spirituale dei primi testimoni della resurrezione di Gesù, come narrata nei Vangeli.
Leggendo i Vangeli vediamo che Gesù risorto si mostrò prima ad alcune donne mentre si allontanavano dal sepolcro (Mt 28, 9-10), poi si mostrò a Maria di Magdala (Mc 16, 9), poi ad alcuni discepoli che, scoraggiati, andavano via da Gerusalemme diretti ad Emmaus (Lc 24, 13-35) e, al termine di quel giorno, si mostrò infine al gruppo degli apostoli che stavano nel Cenacolo (Gv 20, 19-23)
Ed è su questo ultimo incontro del giorno della Risurrezione che vorrei soffermare l’attenzione. Il primo sentimento che gli apostoli provarono nel vedere Gesù entrare a porte chiuse nel Cenacolo, fu di grandissimo stupore. Avevano ascoltato le testimonianze delle donne che dicevano di averlo visto risorto, ma avevano pensato che esse stessero vaneggiando. L’idea che Gesù, crocifisso e sepolto, fosse veramente risuscitato e ora era in mezzo a loro, li scioccava. In un primo momento – ci dice Luca – sconvolti e pieni di paura credettero di vedere un fantasma. Ma Gesù disse loro: «Perché siete turbati e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io!» (Lc 24, 38-39). E dicendo questo mostrò loro i fori che i chiodi avevano lasciato nelle sue mani e nei suoi piedi nonché la ferita che la lancia aveva lasciato nel suo fianco. E poi, per convincerli ulteriormente, li invitò a toccarlo e chiese loro anche qualcosa da mangiare. A questo punto il fatto che Gesù era veramente risorto fu per essi così evidente che, vedendolo dotato di luce e maestà affascinante, provarono nel loro cuore un grande sentimento di sacralità. Si sentirono con forza di fronte al divino, e ciò suscitò in loro ulteriori sentimenti: di profondo rispetto e di timore reverenziale e, subito dopo, un sentimento di gioia traboccante e rinnovata fede, perché vedevano con i loro occhi che Gesù aveva veramente vinto la morte, che tutto quello che aveva loro detto e promesso era vero, che la promessa della vita eterna era reale e che la loro eredità era magnifica.
Si sentirono, inoltre, perdonati sia per non aver creduto affatto che Gesù avesse detto la verità quando prima della sua crocifissione aveva parlato della sua risurrezione sia di essere fuggiti quando le guardie vennero ad arrestarlo. In particolare, Pietro, si sentì perdonato anche per aver dichiarato tre volte di non conoscerlo.
Quell’incontro straordinario produsse in loro una profonda trasformazione interiore: da quel momento cambiarono radicalmente.
La visione e la presenza di Gesù Risorto con segni tangibili, divenne una prova evidente dell’amore di Dio, della sua misericordia e della sua vittoria sulla morte, sul peccato e su Satana. Il ritorno di Gesù in mezzo a loro, sebbene in una condizione nuova rispetto alla precedente, colmò il doloroso vuoto che avevano provato dopo la sua morte in croce e divenne una presenza rassicurante, che non faceva temere più nulla per il futuro. La pace entrò nei loro cuori. Chiediamo a Gesù insistentemente con viva fede di ottenerci la grazia di sperimentare quella stessa trasformazione profonda che cambiò radicalmente la vita di coloro che per primi lo incontrarono risorto. Come quell’incontro non fu per essi un’esperienza passiva, ma portò a una trasformazione radicale della loro vita, così lo deve essere anche per ciascuno di noi, e per me.  È la mia relazione personale con Gesù Risorto, stabilita attraverso la fede, la preghiera, la meditazione, i sacramenti e la comunione con i miei fratelli e sorelle, che trasforma i sentimenti del mio cuore liberandomi dai timori e dai dubbi per il mio futuro su questa terra e per quello che mi attende dopo l’esistenza terrena, perché sono certo che se sto camminando con Gesù portando la mia croce, allora sto camminando verso la stupenda contemplazione faccia a faccia di Dio-Trinità nel Paradiso, dove sperimenterò per l’eternità cose bellissime, indescrivibili, che Dio nel suo infinito amore ha preparato per coloro che lo amano.
La certezza che Gesù è risorto ed è sempre in mezzo a noi mi dona luce anche nelle tenebre più fitte, pace anche nelle situazioni più difficili, mi incoraggia a guardare al di là dei momenti di dolore della mia vita, sapendo che la sofferenza ha un significato nel disegno divino in quanto mi mette in comunione con l’esperienza che ha preceduto la risurrezione di Gesù, cioè l’esperienza della croce, che è preludio della luce della risurrezione: «Ad lucem, per crucem».
Infine, l’esperienza di Gesù risorto nella mia vita deve suscitare in me, come la suscitò negli apostoli, la spinta che mi porta a testimoniarlo con passione travolgente agli altri. Come i discepoli furono spinti a diffondere il Vangelo, testimoniando la loro esperienza di Gesù risorto, anche noi siamo chiamati a essere testimoni del nostro incontro con Gesù risorto, testimoni non solo con le nostre parole, ma anzitutto attraverso l’amore concreto e il sostegno reciproco che siamo chiamati a vivere e a scambiarci gli uni gli altri nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità. La forza trasformatrice che deriva dal nostro incontro personale con Gesù Risorto, se l’abbiamo veramente accolta in noi, si manifesta in ogni atto di gentilezza, ogni gesto di bontà e di solidarietà verso gli altri. Se veramente incontro oggi, nella mia vita, Gesù risorto, ricevo da lui il dono della gioia, della pace, della speranza certa e divento strumento del suo amore misericordioso verso i fratelli e le sorelle che mi stanno accanto e verso ogni mio prossimo.

 Santa Pasqua a tutti coloro che visitano il nostro sito!

Didascalia foto: Duccio di Buoninsegna, L’Apparizione di Cristo durante la cena degli apostoli, Museo dell’Opera del duomo, Siena.