di Valter Cascioli (Medico, Specialista in Psicologia Clinica, Psichiatra e Psicoterapeuta)

 Torna alla ribalta la famigerata compagnia iberica, nota al pubblico col nome, alquanto emblematico, di “Circo degli orrori” (Circo de los Horrores), che quest’anno debutta con un nuovo spettacolo, intitolato Baccanale (Bacanal).

 La tournée, iniziata ad agosto 2021, ha interessato due importanti città della Spagna, Alicante e Madrid. Questa volta la compagnia teatrale, volendo evitare i pericolosi flop delle precedenti edizioni, giocherà in casa.

Il Circo degli Orrori, che della tradizione circense ha soltanto il nome, nasce infatti in Spagna nel 2006 sotto l’egida dell’emblematica compagnia denominata “Finché la morte ci separi, SL”, che in quindici anni di attività ha realizzato, pur con alterne vicende, sei spettacoli, dai titoli non poco inquietanti: Psicosi (2009), Manicomio (2012), Inferno(2014), Circo degli Orrori (2015), Cabaret maledetto (2015) e Apocalisse (2018).

Si calcola che più di 3.500.000 spettatori abbiano assistito agli spettacoli nei cinque paesi visitati dalla tournée.

I produttori esecutivi sono Manuel e Rafael Gonzáles Villanueva. L’ideatore, regista ed attore protagonista, è Suso Silva (al secolo, Jesús Cesar Silva Gonzáles), classe 1962. Dalle note biografiche apprendiamo che nel 2003 ha ricevuto in Spagna il Premio nazionale del Circo dal Ministero dell’Educazione, della Cultura e dello Sport. Ha studiato arti acrobatiche e circensi a Bemposta, in Portogallo. Si è diplomato in mimo e pantomima all’Istituto del Teatro di Barcellona. Inizia la sua carriera artistica come comico ed interprete di pantomime.

Ma veniamo allo spettacolo messo in scena quest’anno dalla compagnia teatrale, nato dalla mente del suo ecclettico ideatore. Il titolo è  già tutto un programma: Baccanale.

Al di là del riferimento pseudoculturale all’antichissimo rito orgiastico del culto orfico-dionisiaco, lo spettacolo che viene presentato si preannuncia come un’esperienza immersiva, che va molto al di là di una semplice rappresentazione teatrale. Nell’ammiccante ed altrettanto esplicito sottotitolo, che accompagna la locandina dell’evento, troviamo la risposta: “il più selvaggio cabaret dei sensi”.

Nella pubblicità dello spettacolo scopriamo gli ingredienti che hanno reso il Circo degli Orrori tristemente famoso, fin dalle sue origini: volgarità, esaltazione del macabro e del grottesco, erotismo, lussuria, trasgressione, umorismo acido, atmosfere spettrali e gothic horror, luci ed effetti speciali inquietanti che descrivono ed evocano l’inferno, atteggiamenti beceri, irriverenti e offensivi del pudore, oltreché della fede cristiana (croci rovesciate, attori travestiti da sacerdoti e da monache, votati al male, che invitano gli spettatori a peccare, confessionali dove si consumano atti di libidine, ecc.). Il tutto accompagnato da musica dark rock e creepy.

L’ispirazione, a detta degli stessi produttori, nasce dai classici film horror, dalle opere di Edgar Allan Poe e di Howard Phillips Lovecraft, scrittore e saggista statunitense, dedito all’occultismo ed al satanismo (!).

Non è di certo un caso che in ogni rappresentazione si ritrovino simbologie e ritualità chiaramente sataniche e luciferine, accompagnate da messaggi che hanno lo scopo non soltanto di familiarizzare con mentalità occulte e magiche, ma anche di fare proselitismo, invitando lo spettatore a consegnarsi  al principe delle tenebre: “Se vuoi vendere la tua anima, non ti resta che avvicinarti a questa tenda nera, con donne seminude e caproni umani, chiamando Lucifero. Il Circo degli Orrori ti offre questa esclusiva opportunità”.

Andando sul sito dell’evento, ci viene incontro, dulcis in fundo –si fa per dire– la figura di Lucifero, nella persona di Suso Silva, che si accredita al suo pubblico come personificazione del male e, da perfetto cerimoniere, introduce lo spettatore in una fantasmatica bolgia “che vuole ravvivare gli istinti più primitivi dell’essere umano, i suoi desideri più nascosti e dare briglia sciolta ai piaceri carnali”.

Anche nella locandina online che pubblicizza lo spettacolo, il mefistofelico protagonista promette al pubblico una notte di sfrenata lussuria, rivolgendo in modo retorico la domanda: “Sei pronto a peccare di nuovo?” E, in ultimo, sentenzia, come monito: “…la tua anima non sarà al sicuro!”.

Al di là del tenebroso personaggio e delle esigenze dettate dal marketing pubblicitario, sembrerebbe, almeno sulla base di talune sue inquietanti  affermazioni rilasciate alla stampa, che si tratti di un caso di soggezione diabolica. Dichiara, infatti, l’attore: “Con Lucifero sono felice, sono felice di offrire vizio e corruzione, sesso, lussuria, gioco d’azzardo. Non mi è difficile interpretarlo, perché io mi sento unito a lui, egli è parte di me stesso” (!).

Il cast di personaggi che salgono insieme a lui sul palcoscenico, realizzato a forma di pentacolo, sono “la figlia di Lucifero”, “lo scriba di Lucifero”, ecc. Ciascuno di loro rappresenta un  peccato  capitale.

Dunque, eccesso e trasgressione sono la cifra caratteristica di Baccanale, come, del resto, lo sono stati degli altri spettacoli prodotti dal Circo degli Orrori. Tra i quali ricordo, in modo particolare, quello con il quale la compagnia debuttò a Roma nel febbraio 2014 e che ebbi modo di recensire per l’AIE.

Anche quello fu uno spettacolo volgare e dissacrante, dove la ricerca esasperata dell’orrore, attraverso il ricorso a personaggi malefici (vampiro Nosferatu), andava a braccetto con il mostruoso ed il grottesco (il pagliaccio assassino, il matto). Il tutto condito da becere gags cabarettistiche di pessimo gusto, nelle quali, per la ricerca del consenso a tutti i costi, veniva coinvolto anche il pubblico.

Anche nel 2014, in un bailamme di forti suggestioni, la presenza di alcuni numeri circensi (acrobati, contorsionisti, siparietti clownistici) si perdeva in un contesto dove i riferimenti costanti – ed inquietanti, come in un incubo –  erano il macabro (antiche lapidi cimiteriali, anime perse, il guardiano del cimitero degli orrori, la mummia, la sposa morta, ecc.) ed il demoniaco (Beelzebub, creature degli inferi che danzando catturavano gli uomini, il personaggio delle bambine possedute, ecc.) fino ad arrivare a toni decisamente morbosi e sensuali (almeno per alcune performances, che arrivavano quasi allo streap-tease).

Nel 2014, già prima dell’inizio dello spettacolo vero e proprio, peraltro, si veniva circondati da fumi, come nebbia fitta, suoni agghiaccianti, personaggi da brivido, che si aggiravano tra il pubblico, in platea. Tra questi, un folle assassino che correva dietro agli spettatori che entravano in sala, brandendo una sega a nastro, e dei personaggi che gridavano come ossessi.

Tutto lo spettacolo era costantemente avvolto in un’atmosfera tenebrosa fino al gran finale dove, in una sorta di danza macabra, si ritrovavano tutti i personaggi, con in testa  il vampiro Nosferatu, che ringraziava e salutava il pubblico.

Aspetti deprecabili dello show del 2014 e di Baccanale, sono a mio avviso, i riferimenti, oltraggiosamente irriverenti verso la religione e la fede. Così, ad esempio, un’inquietante donna, travestita da suora, con il volto da indemoniata, che si mette in ginocchio davanti ai singoli spettatori, imponendogli il crocifisso; comparse travestite da frati, si aggirano, come anime perdute, fuori e dentro il circo; una suora macellaia, ecc.

Al di là del giudizio di valore, si rimane basiti nel sapere che la compagnia teatrale ha ricevuto, dal ministero della Cultura spagnolo, decine di migliaia di euro di sovvenzioni per mettere in scena gli spettacoli del Circo degli Orrori (!).

Dunque, uno spettacolo volgare e dissacrante. In ragione della ricerca esasperata dell’orrido e del tenebroso, attraverso il ricorso a personaggi malefici e demoniaci, con i quali si vuole irretire lo spettatore, facendo leva su aspetti inquietanti ed ansiogeni, sicuramente pericolosi per i giovanissimi e per i soggetti con fragilità psichiche.

A tale riguardo, va tenuto presente che la visione da parte di persone con particolari problemi di personalità o di soggetti psicolabili potrebbe provocare/slatentizzare gravissimi disturbi psichici o, quantomeno, creare uno stato di soggezione psicologica.

Tra i quadri clinici di più frequente riscontro, specie tra i più giovani, troviamo i disturbi d’ansia (free floating anxiety), i disturbi del sonno e quelli del tono dell’umore, che a volte richiedono un adeguato trattamento psicofarmacologico, oltre che psicoterapico.

Infine non è da escludere che talune provocazioni, intenzionalmente volute a fini spettacolari, possano nascondere, dietro una parvenza di humor macabro, ben altri intendimenti e/o propensioni di natura preternaturale.

Anche per questo ritengo opportuno sensibilizzare genitori, educatori, insegnanti e presbiteri, a tutelare i minori e le categorie a rischio sopra menzionate, sconsigliando comunque la visione dello spettacolo.